Denominazione di una delle sacre congregazioni della Curia romana, dicastero
preposto all'evangelizzazione dei popoli e alla fondazione di nuove
comunità cattoliche nelle terre di missione e dotato di esclusiva e
totale competenza per quanto riguarda tali territori. Un organismo curiale di
tale natura e con questi compiti fu istituito una prima volta nel 1599 da papa
Clemente VIII, ma fu presto smantellato a causa dell'opposizione da parte delle
potenze coloniali, interessate a mantenere il proprio controllo anche sulle
attività religiose ed ecclesiastiche.
P. venne fondata da papa
Gregorio XV nel 1622 con la costituzione
Inscrutabili divinae
providentiae, che la dotò subito di privilegi e di autonomia
finanziaria affinché potesse esercitare una direzione ad ampio raggio
delle attività missionarie. La finalità delle nuova congregazione
era duplice: da un lato diffondere la religione cattolica tra i popoli non
evangelizzati, dall'altro difendere la fede e la vita religiosa dei cattolici
che vivevano tra popolazioni a maggioranza non cattolica (eretici o infedeli).
La giurisdizione di
P. si estendeva perciò, in tutte le terre di
missione, sia sul clero secolare sia su quello regolare, occupandosi
direttamente del governo delle diocesi e dell'elezione dei vescovi; ad essa
tuttavia era affidata anche la diffusione della fede cattolica nei Paesi
dell'Oriente cristiano e dell'Europa protestante, là dove la gerarchia
cattolica era carente, inefficace o addirittura assente. In vista di tali
obiettivi
P. svolse anche il compito di formare il clero locale (in
particolare per quanto riguarda l'Africa, le Indie Orientali e Occidentali),
talvolta entrando in aspro contrasto con le pretese di giuspatronato da parte di
Paesi come la Spagna e il Portogallo. Con i suoi poteri
P. riuscì
tuttavia a tutelare le proprie missioni da eccessive interferenze
politico-economiche delle potenze coloniali e a gestire con efficacia tanto
l'attività di stretto proselitismo quanto interventi di assistenza
sanitaria e di istruzione scolastica di base. A più riprese al nucleo
originario della Congregazione furono incorporati altri istituti curiali: nel
1641 il Collegio Urbano de Propaganda Fide, preposto all'istruzione dei giovani
nelle terre di missione; nel 1862, per volere di Pio IX, la Sacra Congregazione
per le Chiese Orientali, che tornò all'autonomia nel 1917 sotto Benedetto
XV. Tra il 1626 e il 1907
P. ebbe anche una propria stamperia che
pubblicò titoli in diverse lingue: opere filologiche, liturgiche,
apologetiche, erudite, ma soprattutto relazioni e diari di viaggio, segno
esplicito dell'impulso alle esplorazioni geografiche cui contribuirono molto le
finalità missionarie della Congregazione. La riforma generale della Curia
romana promossa da Pio X nel 1908 riguardò anche
P.: la
costituzione
Sapienti consilio ne accentuò il carattere
missionario e di propagazione del Vangelo rispetto a quello antieretico e
abolì la sua giurisdizione in tutti i Paesi in cui fosse presente una
gerarchia cattolica. Il Concilio Vaticano II, nella costituzione
Ad
gentes, attribuì la competenza di indirizzo dell'attività
missionaria al collegio episcopale, ma ne affidò il livello esecutivo
centrale a
P. Al cardinale prefetto di tale dicastero venne affiancato un
consiglio di 24 membri (vescovi, superiori di ordini religiosi e direttori di
opere missionarie) oltre ai cardinali prefetti dei tre segretariati per l'unione
dei cristiani, il dialogo con i non cristiani e il dialogo con i non credenti.
Altre due costituzioni relative a
P. furono emanate successivamente: la
Regimini ecclesiae universae (1967) da Paolo VI e la
Pastor Bonus
(1988) da Giovanni Paolo II. La Congregazione assunse la nuova denominazione di
Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, mantenendo
sostanzialmente le medesime attribuzioni. Ad essa sono inoltre collegate le
pontificie opere missionarie.